lunedì 29 luglio 2013

Anche i suoi "servetti" dell'informazione provano a mandarlo dentro...


Poteva mai dire simili cose? Poteva mai pensare determinate parole? Può mai balenarsi nella sua testa l'idea di finire davvero dietro le sbarre? Ma no, su via... E' una cosa praticamente impossibile! Sono vent'anni che si prova ad incastrarlo, a bloccarlo, a stanarlo in qualche maniera ma è un'impresa così ardua che non vale neanche più la pena tentare.
Il riferimento è a Berlusconi e all'articolo comparso sul sito del "fedelissimo" Libero, a firma di quella lingua ormai senza più saliva di M. Belpietro e che stranamente si intitolava: "Berlusconi: << Se mi condannano, voglio andare in cella >>" (http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1286412/Berlusconi---Se-mi-condannano-voglio-andare-in-cella-.html). Ma come, proprio Belpietro che riporta simili dichiarazioni? Vuole il male del suo capo e guru di lunga data? 
Era troppo strano che tale affermazione fosse uscita dalla bocca proprio del Cav; e difatti, poco dopo, è arrivata la smentita da Palazzo Grazioli, riportata altresì su Libero (http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1286714/Palazzo-Grazioli---Berlusconi-non-ha-rilasciato-alcuna-intervista-.html) con una nota nella quale si afferma che "Il presidente Berlusconi non ha rilasciato alcuna intervista. Il direttore Belpietro ha liberamente interpretato il senso di un colloquio in cui sono state confermate l'assoluta infondatezza delle accuse rivolte al presidente Berlusconi e la sua precisa volontà di continuare a offrire il suo contributo al popolo dei moderati". Per di più, nel documento si rincara la dose, dichiarando che "...alcuni quotidiani riportano tra virgolette frasi e giudizi attribuiti al presidente Berlusconi che nono sono mai stati pensati né pronunciati". Dal canto suo, il quotidiano di V. Majno precisa che tale articolo sia stato ripubblicato sul profilo Facebook di Berlusconi e su quello Twitter del Pdl e anche sul sito del partito stesso, a riprova della validità di ciò che è stato scritto.
E se questa, invece, non fosse una manovra di comunicazione "indiretta" per gridare a tutti, tra le righe di quel pezzo, che Berlusconi non andrà in carcere, altrimenti le ripercussioni per l'intero Paese saranno gravissime (per es., caduta del Governo Letta)? In questo modo, il magnate italiano della comunicazione vuole avvisare la Cassazione e il Premier che, se dovesse esser condannato nell'ultimo grado di giudizio del processo Mediaset, ci ritroveremmo improvvisamente senza un Esecutivo? Tutti quanti, Letta compreso, assicurano sulla stabilità del Governo e che, qualunque dovesse essere la sentenza, il tutto rimarrebbe invariato (http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/29/processo-mediaset-pdl-pronto-alla-battaglia-ma-governo-rischia-a-causa-del-pd/670070/). Anche questa è una previsione praticamente irrealizzabile, dato che le conseguenze di una condanna per Berlusconi, colui che ha deciso di formare un Governo con a capo Letta formando queste fantomatiche "larghe intese", ci saranno e potrebbero essere rilevanti. 
Il nostro Paese non è propriamente avvezzo alle svolte epocali, perciò non mi aspetto nessun cambiamento radicale da questa situazione: anche se dovesse esser condannato, Berlusconi troverà qualche modo per scamparsela ed evitare il carcere. Il Paese rimarrà con questo Governo eterogeneo e ampi intendimenti, ma con un solo principio inviolabile: se si vuol rimanere al proprio posto, Berlusconi non si tocca. E' un ventennio che ci tiene in pugno, perciò... Peccato che quella sopra sia solo un'immagine e non la realtà: qualcuno, come in questo caso Belpietro, ci ha provato a farlo diventare realtà, ma gli è andata male e forse lui ora non sarà più "Libero". 

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