mercoledì 24 luglio 2013

La democrazia 2.0 ha il "bavaglio"


Fino ad oggi, con questo articolo pubblicato sul sito de Il Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/24/ammazza-blog-pdl-ci-riprova-5-anni-di-leggi-contro-linformazione-web/664729/), a firma di L. Vendemiale, probabilmente nessuno avrebbe saputo nulla e il tutto si sarebbe sviluppo nel più assoluto silenzio. Invece, grazie a questo pezzo inserito in data odierna sul portale della testata di Via Valadier, si scoprono manovre sotto traccia per zittire l'opinione di qualsiasi cittadino che usufruisca della Rete.
Entrando nel merito del discorso, nell'articolo si parla di un ennesimo tentativo legislativo di imporre regole da normale testata giornalistica ad un normalissimo blog: l'ultima proposta, in ordine di tempo, è quella presentata dal senatore Torrisi (Pdl), con la quale si vuole "scaricare la responsabilità penale dei commenti degli utenti (anonimi o meno) sui gestori del sito internet, che si tratti di un blog o di un giornale".
In questo modo, è palese l'equiparazione assurda ed inappropriata tra una testata giornalistica regolarmente registrata presso un Tribunale italiano ed un blog, semi-sito internet nel quale chiunque può scrivere propri pensieri ed opinioni o far altro. 
Diciamo che, in Italia, dato che si fa sempre più politica con i media ed in particolare via internet, grazie proprio allo strumento del blog (ved. M5S e il suo leader, B. Grillo, con il suo ormai ex blog http://www.beppegrillo.it/), il timore di essere giudicati, offesi o proprio linciati mediaticamente è una paura diffusa da parecchio tempo e l'uso dei blog può alimentare tali espressioni e sentimenti, mettendo costantemente in cattiva luce i nostri governatori. Perciò, da qualche anno a questa parte, non si fa altro che parlare di legge bavaglio o, comunque, esperimenti di ostruzionismo nei confronti della libertà di espressione del pensiero; e siccome la piattaforma di internet non è facilmente controllabile dagli organi istituzionali e competenti (considerando le masse di informazioni, notizie e commenti che quotidianamente girano e si divulgano in Rete, anche errate), si vuol demandare al responsabile del blog/sito la supervisione su ciò che circola su tale portale, costringendolo a accollarsi ogni colpa per eventuali commenti o pensieri ritenuti offensivi e diffamatori, nei confronti di chiunque si senta leso, per non averli rettificati o cancellati entro breve tempo (solitamente 48h). così, dopo l'obbligo di rettifica o equiparazione dei blog ai grandi giornali, divieto di anonimato o censura dei commenti, bisogna aggiungere quest'altra "perla" ai tentativi di rendere afona l'opinione pubblica.
L'art. 21 della nostra Costituzione afferma: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" (http://www.senato.it/1025?sezione=120&articolo_numero_articolo=21); ogni libertà ci è stata ridotta ai minimi termini, veniamo perennemente intercettati, pedinati, tracciati... insomma, la politica sa tutto quello che abbiamo e facciamo. Ora, tra le ultimissime libertà rimaste, si vuol imbavagliare anche la possibilità di esprimerci liberamente e con qualsiasi mezzo (sempre nei termini del buon costume): già, quotidianamente, dobbiamo sorbirci un'informazione parziale e scorretta, frutto di un regime "mediatico" asservito ad una classe politica incompetente e spettacolarizzata, succubi di una situazione di crisi e di esasperazione che non vede fine. Se ci viene tolta l'ultima valvola di sfogo, l'unica maniera per farci sentire e conoscere, per protestare ed esprimere nostre opinioni, saremo soldatini di un esercito fatto di ipnotizzati e soggiogati mentalmente al potere. Ecco perchè, queste manovre politiche, non vengono pubblicizzate dai mezzi d'informazione: in questo modo, avremo la legge già approvata e bisognerà soltanto piegarsi a danno realizzato. Le conseguenze sarebbero quelle di propinarci ciò che vogliono farci sapere dall'alto (cosa che già fanno), senza consentire alcuna possibilità di pensiero o di risposta. Questa è la democrazia 2.0, quella del bavaglio al libero pensiero.

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